In epoche passate la procedura di trattamento del varicocele avveniva in chirurgia open.
Si praticava una incisione a livello inguinale si raggiungeva la vena da trattare aprendo i piani sottostanti e infine si procedeva alla legatura e sezione della vena spermatica per non consentire che il sangue potesse nuovamente refluire a livello del plesso pampiniforme.
Attualmente questa procedura non ha più alcun senso, essendo invasiva e richiedendo una degenza ospedaliera.
Inoltre il risultato cosmetico delle cicatrici inguinali è spesso scarso e considerando la giovane età dei pazienti può molto spesso destare insicurezze legate agli evidenti inestetismi visibili in costume da bagno.
Al giorno d’oggi le procedure di scelta sono quelle endovascolari, cioè quelle procedure attraverso le quali si accede tramite una cannula simile a quella con cui si fanno i prelievi al compartimento venoso dell’organismo, risalendo fino al punto in cui si desidera eseguire il trattamento.
Queste procedure non vengono eseguite dagli urologi, bensì dai radiologi interventisti.
Abbiamo due tipi di approcci tutti eseguiti in anestesia locale
La scleroembolizzazione è ottenuta iniettando una mousse di di 4-8 ml di sodio tetradecilsulfato 3% che viene portata avanti fino alla completa occlusione della vena.
In altri casi si possono anche utilizzare delle spiralette metalliche che ottengono comunque la medesima funzione di chiusura dall’interno della vena che rifornisce il varicocele.