Le cistiti ricorrenti costituiscono un problema serio per molte donne giovani che convivono con questa invalidante condizione e vedono spesso le loro attività quotidiane compromesse, così come la vita sessuale.
La prima cosa da fare in questi casi è l’urinocultura, che dimostri che effettivamente si stia verificando un’infezione batterica.
In secondo luogo è fondamentale escludere una cistite complicata, ovvero una cistite che si verifichi secondariamente o in compresenza di altre patologie funzionali, morfologiche o generiche dell’apparato urinario.
L’urologo ha a disposizione diversi esami di imaging e strumentali ai fini diagnosticare una causa all’origine delle cistiti ricorrenti.
Ne sono esempio l’ecografia renale e vescicale, la cistografia, la cistoscopia, e la biopsia vescicale.
Una volta stabilito che vi sia effettivamente una causa identificabile sottostante, si può intervenire chirurgicamente e rimuoverla.
Ciò molto spesso comporta la completa risoluzione della sintomatologia.
Negli altri casi si può impostare un protocollo comportamentale, alimentare e farmacologico che riduca al minimo gli episodi di cistite.