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IL RUOLO DELL’ANDROLOGO

IL RUOLO DELL’ANDROLOGO

ANDROLOGO E UROLOGO A BRESCIA: L’IMPORTANZA DI UN MEDICO ESCLUSIVO PER L’UOMO

La medicina non ha mai effettuato distinzioni, se non meramente anatomiche e ormonali, tra l’uomo e la donna, tra il maschio e la femmina.

Eppure le differenze sono numerose, ma soprattutto sostanziali, in altre parole di natura ontologica.

Queste differenze erano probabilmente  evidenti anche ai medici di epoche precedenti, tuttavia non si comprendeva che la salute avesse una base globale, olistica, omnicomprensiva.

Tutti concetti che sono noti alla medicina attuale e addirittura abusati nelle narrazioni che si sentono sovente attraverso i principali canali di informazione.

In passato il common sense era orientato sul fatto che la patologia di un determinato organo si generasse spesso per cause intrinseche di quello stesso organo, per alterazioni proprie di quell’apparato e che quindi l’infarto di un uomo fosse uguale all’infarto di una donna; La cefalea di un uomo fosse uguale alla cefalea di una donna.

Fatta questa premessa ora sappiamo anche che se soffriamo psicologicamente per lungo tempo sviluppiamo malattie cardiologiche, oppure che se siamo stressati sviluppiamo gastriti, cistiti, e ancora malattie cardiovascolari; questi sono solo alcuni esempi.
Se mangiamo scorrettamente o se facciamo poco sport possiamo sviluppare malattie che possono interessare gli occhi, come una cataratta, oppure  il cuore come per esempio in caso di patologia coronarica  o i polmoni, per non parlare degli aspetti sessuali e riproduttivi dove possiamo sviluppare per esempio  infertilità.

E queste malattie sono reali, concrete, osservabili nei tessuti come variazioni reali della corretta anatomia microscopica o macroscopica dell’organo

Da queste considerazioni nasce un concetto di salute unitario, non settoriale. Un concetto di salute per la quale l’individuo non viene scomposto in parti ma considerato una unità.

E l’unità maschile è cosa diversa dall’unità femminile.

Da qui deriva il ruolo  dell’Andrologo/Urologo che diventa il medico di riferimento dell’uomo sin da quando comincia a essere realmente tale, ovvero dopo la pubertà, momento in cui acquisisce definitivamente i caratteri che lo rendono biologicamente e socialmente tale.

Quindi l’Andrologo non deve essere solo il  medico che fa l’ecografia della prostata o che cura una disfunzione erettile, ma deve assumere un ruolo di coordinatore della salute maschile. Deve indirizzare l’uomo verso il migliore stato complessivo di salute psicofisica a partire dal fitness, dalla nutrizione, fino al sostegno psicologico affinché non sviluppi patologie nel corso dell’intera esistenza.

Questo è il fine anche perché l’uomo ha dei vantaggi enormi rispetto alla donna in termini di salute.
L’uomo non va in andropausa a differenza della donna che necessariamente va in menopausa.
Nell’uomo l’andropausa è patologica, è una possibilità; non è la certezza fisiologica.

La menopausa che è una caduta dell’assetto ormonale femminile porta con sé molte patologie.
L’andropausa che è il corrispettivo maschile della menopausa può non verificarsi mai e quindi l’uomo può conservare il proprio assetto ormonale per tutta la vita.

L’assetto ormonale corretto lo porta alla conservazione della salute globale ed a sviluppare solo rarissimamente patologie gravi.

In sintesi, l’uomo non si ammala se ha una dieta giusta, una struttura fisica giusta, se sta bene psicologicamente e se si realizza sentimentalmente e sessualmente. Le malattie in questo scenario sarebbero solo rare eccezioni, rare fatalità.
L’Andrologo orientando e indirizzando l’uomo verso questa direzione consente all’uomo stesso di non avere necessità di terapie durante la quasi totalità dell’arco temporale della sua vita.

IL CASO PARTICOLARE DELLA LOMBARDIA E DELLE CITTA’ DI BRESCIA E BERGAMO

Il ruolo di un andrologo che opera nel territorio di Bergamo e Brescia è un ruolo molto più impegnativo e peculiare.

Stiamo parlando di Città nelle quali purtroppo si è deciso di concentrare tutte le attività produttive di carattere sia industriale sia agricolo portando questi luoghi ad un livello di inquinamento e stress elevatissimi.

L’inquinamento è presente anche nelle campagne con produzione di alimenti che possono contenere interferenti ormonali e altre sostanze estremamente nocive.

Brescia in particolare è tra le 10 città più inquinate d’Europa in termini di salubrità dell’aria secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente.

Questo incredibile livello di inquinamento si associa allo stress del traffico cittadino, delle condizioni climatiche e ambientali (caldo e zanzare) e a livelli eccezionali di stress lavorativo.

Il tutto va a inserirsi in un tessuto sociale sempre più difficile e degradato, nel quale le famiglie sono spesso in difficoltà sia in termini economici, sia in termini di relazione tra mariti e mogli.

Per questa ragione il ruolo dell’Andrologo diviene particolarmente impegnativo nelle città di Brescia e Bergamo.

L’Andrologo non può trattare l’uomo come un “oggetto biologico” per comprendere le patologie che lo affliggono, ma deve cogliere l’unitarietà di quell’individuo e cogliere in quale contesto siano maturate le sue patologie o possano in futuro maturare.
Questo rende necessario offrire aiuto psicologico laddove ci sia necessità oppure un aiuto in termini di potenziamento fisico ai fini di affrontare con più energia le difficoltà che si manifestano giorno per giorno.

L’Andrologo di questo decennio deve ritenere una sconfitta il ricorrere a terapie farmacologiche o chirurgiche, perché significa che è mancato qualcosa in precedenza.